venerdì, settembre 16, 2011

un Nano chiamato Lapoo




Buio, tamburi...
no non sono tamburi, il rumore viene da dentro la mia testa...
provo ad aprire gli occhi, non riesco, buio...

fa caldo...

i tamburi si allontanano, una voce vicina, un suono dolce...
un bagliore rossastro, qualcosa di bagnato sul volto, fresco...

cerco ancora una volta di aprire gli occhi, una luce violenta, luce...
"bentornato dal mondo di la"
uno strano accento, strane parole, voce celestiale....
gli occhi si stanno abituando, le figure prendono forma, c'è una giovane donna che mi guarda...
provo ad alzarmi, dolore, buio...

"cerca di mandare giu questo"
la voce mi risveglia da un limbo grigio, una mano regge la mia testa, mentre un altra mi accosta una ciotola alle labbra....
provo a deglutire...
dolorosamente la gola risponde al mio ordine, ma più della meta dell'aspro e caldo liquido finisce sulla mia barba...
"presto starai meglio" mi blandisce la voce mentre mi appoggia la testa su un cuscino...

Delle voci vicine mi risvegliano, apro gli occhi e cerco di girare la testa verso le figure nell'ombra... "è debole e non è lucido, non credo che dovreste parlargli"
è la mia voce che parla, la voce che mi cura amorevolmente....
"la sua fibra è forte ed il tempo è poco"
una voce profonda e sicura, inquietante ma allo stesso tempo rassicurante...
cerco di mettere a fuoco l'immagine, la voce profonda appartiene ad una figura molto più alta dell'esile figura che si prende cura di me...
"ch..chi siete?" sono le mie prime parole da non so quanto tempo e sono dolorose, ma non dolorose quanto l'improvvisa verità che mi assale, in realtà quello che avrei dovuto chiedere è "chi sono?" i miei ricordi sono limitati alla sofferenza in un letto di paglia....
"si è svegliato"

"bene lasciami solo con lui, sarò breve" dette queste parole l'alta figura si fece avanti uscendo dall'ombra, mentre il rumore di una tenda smossa indicava che la ragazza lasciava la stanza.
Un vecchio alto, di bianco vestito con una lunga folta barba anch'essa bianca si fece avanti, si appoggiava su un lungo bastone, ma dava l'impressione di non averne bisogno, mi si parò davanti e mi guardo dritto negli occhi, una sensazione di pericolo mi avvolse.
"Vedo che ti senti meglio, presto sotto le cure di Laskni ti riprenderai, ma ci vorrà tempo per tornare a combattere!"
"combattere? ma chi..."
"ed è proprio il tempo quello che manca, grandi avvenimenti stanno accadendo e tutto può ancora succedere"
"non capisco, io..." la mia voce era incerta "tu sai chi sono?"
"ti conosco da sempre e ti osservo da prima, so chi eri e so chi sei ora" il vecchio si avvicino e si siede su uno sgabello vicino al letto "e so chi sarai"
Non capisco quel che dice, la testa mi gira e la vista si annebbia....
"la gente del villaggio ti ha chiamato Lapoo, che nel loro dialetto significa cenere" il vecchio tiro fuori dalla tasca una lunga pipa "non ti preoccupare non la accendo, fa compagnia ai miei pensieri"
"ma come mi chiamavo, hai detto che ero un guer...."
"shhhh, non ti preoccupare del passato. Presto dovrai partire e per allora dovrai essere pronto, non ho tempo per il passato"
la testa mi gira, buio...

mi sento scrollare le spalle, una fitta di dolore alla schiena mi sveglia e una voce mi riporta nella stanza buia, lontano da una vallata innevata ai piedi di una montagna, stavo sognando o ricordando?
"non c'è tempo per dormire ora ascolta le mie parole e falle tue" il vecchio strinse piu forte la presa sulla spalla e si avvicino tanto che i nostri respiri si fusero in uno solo "Guardati dai nemici, diffida degli amici, cavalca verso sud, alla antica torre dei veri amici hanno bisogno di te!"
Lui si alza di scatto continuando a fissarmi negli occhi
"ora riposa fratello di roccia, che la luce splenda alta affinche tu possa trovarla!"
un alito di vento, la tenda si apre il vecchio non c'è più, ma la sua presenza incombe su di me, le sue parole come un presagio si instaurano nel mio cuore, le palpabre pesano, chiudo gli occhi, la neve cade piano sulla vallata, mi giro verso la montagna, un esercito dietro di me, i vessilli ghermiti dal vento, sto sognando o è un ricordo....

Un mese è passato, le giornate sono sempre più corte, le forze mi sono tornate e gia da un paio di settimane Ogrdrir mi sta allenando al combattimento, Felinth dice che debbo partire prima della prossima luna senno i passi potrebbero non essere piu percorribili e non perde occasione per dirmi che il vecchio diceva che non c'era tempo. Gia il vecchio per un po' pensavo che fosse uno dei miei sogni strani che faccio dal giorno del risveglio, ma al villaggio mi hanno assicurato che è un grande stregone molto potente che è meglio non contrariare.
Io gli credo.
Anche perchè la mia vita è iniziata quel giorno, prima di allora il buio totale, qualche immagine, un nome, ma che subito sfuggono e rimangono impalpabili nella mia mente.
Laskni mi ha raccontato che mi hanno ritrovato disteso su una catasta di legna, immaginano che la mia gente abbia come usanza quella di bruciare i morti, io non posso confermarlo ne negarlo, ma gli ho chiesto come potevo essere morto se sono qui a parlare con lei. Ma lei non lo sa, sa che lo shamano ha usato molte medicine per farmi riprendere, avevo molto veleno nel corpo, veleno non di questo mondo, medicina e riti antichi, mi hanno riportato qui, per puro caso non sono cenere, per questo ora sono cenere. A volte penso che mi venerino come un Dio o mi temino come un demone.

è giunto il giorno della partenza, come al solito mi sono svegliato prima del sorgere del sole e ho indossato la tunica bianca, raccolto in una sacca i pochi averi, omaggio degli abitanti del villaggio sono uscito dalla mia capanna. Appena fuori a sorpresa ho trovato tutto il villaggio che mi aspettava per un silenzioso saluto, è difficile lasciare la propria famiglia, per questo volevo partire mentre dormivano, in silenzio come un ombra.
Felinth si fa avanti seguito da un pony bardato "non vorrai camminare tutto il tempo, il vecchio a detto che non c'è tempo, quindi cavalcherai veloce"
Ogrdir mi affianca porgendomi una armatura "questa era la mia vecchia armatura, la moglie l'ha adattata alla tua, ehm, statura. che ti protegga dai nemici"
Laskni compare davanti a me quando i due anziani si spostarono di lato, in mano ha un panno rosso che copre un grosso oggetto "questa la stringevi in pugno sul tuo ultimo letto, non l'hai lasciata neanche se non potevi tenerla, è tua e tu sei suo, è parte di te" aprendo il panno mise in mostra un ascia di splendida fattura.
Prendo in mano l'ascia per saggiarne il peso, una lacrima solca il viso impunemente, la sollevo, il sole fa capolino dalla vetta a oriente e la sua lama brilla
mi sento vivo

Fermo il pony appena prima di scollinare e mi volto a lanciare un ultimo sguardo al villaggio sottostante, il vento da sud alza una nuvola di polvere come ad abbassare un sipario, polvere e cenere, "IO SONO LAPOO!!!" grido alle montagne, ma queste non rispondono, forse sanno il mio vero nome?
accarezzo il pony "è ora di metterci in viaggio Polvere" e con un colpo al fianco lo faccio partire.
Eccomi qui a cavalcare verso sud, verso il destino.

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